Soggetti interessati allo split payment sono tutti i fornitori della pubblica amministrazione che dal 1 gennaio 2015 pur avendo emesso regolare fattura con addebito di Iva, incasseranno solo l’imponibile.
Sarà infatti la stessa pubblica amministrazione a versare l’Iva all’Erario invece che al fornitore.
Per pubblica amministrazione si intendono tutti gli enti indicati nell’art. 6, 5 c. Dpr 633/72 tra cui le Camere di commercio, gli enti ospedalieri, aziende sanitarie locali, Università ecc.
Conseguenza per il fornitore della pubblica amministrazione sarà che si troverà sempre a credito di Iva: a fronte infatti dell’Iva non incassata addebitata sulle proprie fatture emesse, dovrà regolarmente pagare l’Iva ai propri fornitori. Come consolazione verrà concesso al fornitore della pubblica amministrazione di chiedere il rimborso Iva trimestrale, ma tutti sappiamo la difficoltà di incassare i propri crediti dallo Stato in tempi accettabili.
D’altra parte questa è una norma fatta apposta per rimpinguare le casse statali che incamereranno facilmente l’Iva e difficilmente la faranno poi uscire….
La motivazione di questa norma viene ufficialmente giustificata come “lotta all’evasione” ma chi lavora con la pubblica amministrazione non capisce…addirittura il Governo dice che l’Italia con questa norma si pone all’avanguardia nella lotta all’evasione Iva, ma il contribuente normale non capisce. Sicuramente il Governo avrà in mente qualche grosso evasore, qualche grosso fornitore della pubblica amministrazione, ma i piccoli fornitori non capiscono di cosa si parla, e subiscono questa norma che li metterà in grande difficoltà.
Alcuni fornitori vengono esentati dall’applicazione dello split payment : si tratta dei fornitori che sulle proprie prestazioni sono soggetti a ritenuta alla fonte, come i professionisti, e dei fornitori che sulle proprie forniture applicano il reverse charge, come ad esempio le imprese di pulizia dal 1 gennaio 2015.
L’operatività della norma è soggetta all’autorizzazione della Ue, tuttavia il Governo ne ha previsto l’applicazione dal 1 gennaio 2015 e per tale data dovrebbe essere emanato anche un decreto attuativo. Se il parere Ue sarà negativo il Governo ha già annunciato che prenderà i soldi dall’aumento dell’ accise su benzina e gasolio.
Attenzione: lo split payment si applicherà non solo alle fatture emesse dal 1 gennaio 2015 ma anche agli importi “esigibili” dal 1 gennaio 2015, cioè a tutte quelle fatture che al 31 dicembre risultano sospese.
VINCENZO DE PRISCO
Professore a Contratto Università PARTHENOPE di NAPOLI in AGENDA DIGITALE PA
Docente MASTER UNIVERSITA’ della BASILICATA in Contratti PUBBLICI.
Docente MASTER Università PARTHENOPE di NAPOLI in
PROJECT MANAGER DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
Membro dell’AI PACT dell’UNIONE EUROPEA
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